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La Parrocchiale di San Giovanni Battista

La Parrocchiale di San Giovanni Battista


Chiesa parrocchiale del concentrico.

1509 è registrata sul catasto col titolo di S. Giovanni (A. com.). Era sul sito dell’attuale, ma orientata da levante a ponente.

1585: la vis. apost. Peruzzi, che la registra «sub titulo Sanctorum Quirici et Julitae et Ioannis» confondendo i titoli, la trova «in suis edzficiis pessime se babere et totam ruinosam esse et zncapacem populi, cum sit valde numerosus», registrandosi 356 anime da comunione. Occorre ampliarla, pavimentarla e imbiancarla entro due anni, sotto pena d’interdetto (A.V. Asti).

1656: il padre Carlo da Sospello fabbrica “li horrologgij” per il campanile (A. com., m. 111).

1660: mastro Carlo Francesco Finale ripara il campanile (id., m. 102).

1664: si decide di ricostruire la chiesa, con l’orientazione attuale, «ne’ sitti ove hora restano la Chiesa Vechia e casa del Parrocho, l’uno per aderir la nova fabrica al campanile che si vede fatto con qualche bona forma, e l’altro per valersi anche delle due mura glie ch’ora fanno faciada e prospetiva alla chiesa vechiaperfianco della nova, et così come resta hora la porta grande della vechia verso levante, si rendi in l’avenire la nova verso mezzo giorno» (id., m. 1).

1665-1669: ricostruzione della chiesa, sotto la direzione del mastro C.F. Finale; della precedente costruzione resta il campanile.

Negli anni 1669-1676 viene sistemato e ornato l’interno (id., mm. 102 e 111).

1677: past. Tomati segnala l’«icona cum pictura eiusdem sancti [Ioannis Baptiste] Christum baptizantis que alias inserviebat pro icona altaris maioris dirute ecclesie» (A.V. Asti). Viene fatto eseguire il “quadro del Suffraggio”.

1688: si citano il quadro dell’Immacolata Concezione, con S. Lucia e S. Antonio da Padova (definito nella visita del 1696 «speciosam valde iconam», tuttora esistente) e il «quadro vechio di S. Gioanni Batista batezante, da Colocarsi sula sommità del coro a commoda vista del popolo» (A. com., m. 2).

Nel 1712 il quadro di S. Giovanni viene “lavato” da certo Derossi (id., m. 31696: la visita past. Migliavacca definisce la chiesa «elegantis et nove structure».

1742: la relazione sulla diocesi di Asti vi rileva cinque altari (maggiore, Rosario, Suffragio, Dottrina Cristiana e Concezione di M.V.), senza peso di patronati; il coro, quadrato, ha «sedie di noce a scoltura». Non vi è sacrestia (A.V. Asti).

1878: il vescovo d’Alba Galletti annota che l’alare maggiore «ligneum est, pervetustum et omnzno indecorosum», onde occorre rifarlo di marmo. L’altare del Rosario «vetusta sed pretiosa icone decoratur» (A.V. Alba). Il dipinto è attribuito al Moncalvo, ma più probabilmente è opera della figlia, Orsola Maddalena Caccia (Alba, Diocesi, p. 109).

Tratto da B. Molino "ROERO Repertorio storico", Bra 2005