Accesso ai servizi

Castello (scomparso)

Alle spalle e a dominio del concentrico s’innalza la “mota”, detta “il castello” o “Castel Verde”. Secondo la tradizione, la spianata del castello fu ottenuta facendo ampliare e livellare la sommità del rilievo dai sudditi, i quali portavano su la terra con “cavagne”.

Alla base del pendio a ponente un portale ottocentesco in laterizio dà accesso a un vano scavato nei depositi fossili e parzialmente rivestito in muratura; da questo primo tratto parte una galleria, in parte ostruita per frane, che attraversa tutta la “mota”, sbucando dal lato opposto presso il municipio.
A metà della galleria la volta si apre con la tromba cilindrica come di un pozzo, del diametro di un metro e rivestita di mattoni, che termina con una volta in mattoni (di costruzione posteriore) poco sotto la sommità del rilievo.

1074: una vendita di terre poste in Barbaresco ha luogo «intus castro Castanieti» (ACAP, doc. CLXXXIII).

Sec. XII: il vescovo d’Asti vi fa erigere una torre.

1148: il vescovo si assicura l’appoggio dei signori di Lavezzole per l’eventuale aiuto «in Castagneto et in castro Vicie et in Cuvone» (LV, doc. CLXXVII).

1202: i castellani “de Curia” giurano al comune di Asti che, se riusciranno a recuperare la loro parte di Castagnito, non cederanno ad alcuno «turris et dominionum Castagneti» senza il consenso del comune (CA, doc. 643).

1225: i “de Curia”, recuperata la loro parte, cedono per due anni ad Asti «castrum et turris» con quota di signoria, ricevendone investitura (CA, doc. 642).

1236: il vescovo, stando «in castello Castagneti», concede investitura per Magliano (LV, doc. CLVIII).

1237: il vescovo, stando «in Castagneto, prope castrum », concede investitura per Castagnito (LV, doc. CXCIII).

1321: una sentenza conferma che il castello, ossia sedimi e torre, spetta al vescovo d’Asti e non ai Roero (A. Prov., cat. 8, m. II).

1338: una divisione di beni in Pollenzo fra certi De Brayda ha luogo «in castro Castagneti, in domo predictorum» (A. Rom., cat. ‘k’, m. 11).

1369: il 21febbraio «ante castrum Castigneti» ha luogo lo scontro citato nella scheda storica di Castagnito (Gabotto, Bra, II, pp. 25-27).

1376: i Roero acquistano l’altra metà di signoria su Castagnito, ma il vescovo ribadisce tre anni dopo che il castello spetta a lui (A. Prov., cat. 8, m. II). Il castello continua a consistere in «motam et turrim», senza altre costruzioni di rilievo.

1509: il catasto cita il «fossatum castri», la «mota castri» e l’«introitus porte castri», posto a ponente della chiesa di S. Giovanni, presso la porta Caxinelli (A. com.).

Non facendo residenza in loco i feudatari (Roero di Vezza e Roero di Monteu), il castello non ebbe mai altra veste rispetto alla prima.

Dell’antica torre fatta costruire dal vescovo scriveva il Casalis nel 1840 che erano ancora visibili i resti, non individuabili tuttavia nel disegno del Rovere del 1842.
Tratto da B. Molino "ROERO Repertorio storico", Bra 2005